Esiste una profonda connessione tra la Teoria U di Otto Scharmer, il docente del MIT di Boston che il 19 giugno incontrerà a Milano le aziende italiane e lo sviluppo sostenibile. Infatti, il metodo ideato dal fondatore del Presencing Institute, centro internazionale sul cambiamento sociale e la leadership, che si sta diffondendo progressivamente nelle aziende italiane, consente un processo di trasformazione individuale, che permette di guardare in modo nuovo alla complessità e di riscoprire il valore del proprio lavoro e un senso di comunità più radicato. Lo sviluppo sostenibile, infatti, non è più solo una questione tecnica. È un problema sociale e culturale, che riguarda la consapevolezza delle persone e le relazioni umane.
“Chiunque capisce – scrive infatti Scharmer nel suo libro Teoria U: I Fondamentali. Principi e Applicazioni – che non supereremo le prove che oggi abbiamo di fronte a noi, la perdita del nostro ambiente, della nostra società e della nostra umanità, semplicemente attraverso un’iniziativa o un’idea che si aggiunge al mix. Per affrontare queste sfide, dobbiamo fare un passo indietro e osservare il sistema da una prospettiva più ampia.” Scharmer, infatti, sostiene che noi osserviamo gli effetti pratici e visibili dell’assenza di un’economia responsabile, ma che è necessario andare alla radice e capire qual è la causa profonda che ci ha portato a questa situazione.
“L’obiettivo dei programmi che sviluppiamo nelle aziende attraverso la Teoria U di Scharmer – sottolinea, infatti, Jake Esman di Peoplerise – è rendere le persone maggiormente coscienti della condizione interiore da cui hanno origine l’attenzione e l’intenzione e di conseguenza le azioni individuali e collettive. È una sorta di allenamento per aprire gli occhi, che consente di vedere da un punto di osservazione più vasto.”
Lo sviluppo sostenibile non può più essere affrontato infatti per compartimenti stagni. C’è una complessa connessione tra problematiche economiche, ambientali e sociali.
“Lo sviluppo sostenibile richiede un approccio dinamico al cambiamento – riprende Jake – E quello che come Peoplerise facciamo quindi, è abituare le persone a ricercare un equilibrio salutare per l’intero sistema, per i dipendenti, per i clienti, per il mercato e per l’ambiente. Partendo dalla consapevolezza però che si tratta di una ricerca continua di equilibrio. È per questo che la Teoria U può essere funzionale alla creazione di mercati più responsabili, perché è un approccio pragmatico, che si adegua a contesti differenti, anche culturalmente, che non si presta ad una visione dualistica dei problemi, bianco o nero, ma favorisce il dialogo e il cambiamento, a partire dalle specifiche caratteristiche di ciascuna realtà, utilizzando però un approccio scientifico.”
La Teoria U di Otto Scharmer identifica, infatti, i metodi che gli esseri umani adottano quando riescono a cambiare loro stessi e il contesto in cui vivono. Deriva da una sua ricerca scientifica, che ha comparato e analizzato oltre 100 interviste, realizzate a leader di tutto il mondo, tra amministratori delegati, politici, artisti, sportivi, musicisti, esponenti delle organizzazioni non governative che, attraverso la propria azione, hanno cambiato in meglio il contesto che li circonda.
“Il nostro scopo – conclude Jake – è far passare le persone che lavorano all’interno delle singole aziende, da una visione egocentrica, focalizzata sugli interessi della propria piccola parte di azione, ad una visione ecosistemica, più ampia, che riesca a considerare contemporaneamente i diversi aspetti e soggetti coinvolti nel processo. Per arrivare a questo risultato supportiamo le persone a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé, empatia e un senso di comunità più radicato.”