“La più grande sfida che spaventa ciascuno di noi? È riuscire ad affrontare la prossima crisi che verrà, senza venirne travolti ma anzi coglierla come un’opportunità, attraverso la quale crescere.”
A parlare è Otto Scharmer. Il docente del MIT di Boston usa un tono pacato, come se stesse analizzando un argomento qualsiasi. E come quando si leggono i testi che riportano le sue teorie e le sue idee, la semplicità e il buon senso sono dei fattori che colpiscono.
“In questo momento – riprende Scharmer – stiamo affrontando un profondo sconvolgimento degli equilibri, sotto diversi punti di vista: ecologico, sociale, spirituale, tecnologico e non conosco nessun leader, amministratore delegato o manager, che non senta la pressione. Ed è questo il momento giusto per uscire dalla propria bolla, per spostarsi in un punto con maggiore potenzialità, che metta nella condizione di osservare da una prospettiva più ampia. Solo così sarà possibile generare nuove idee, che consentano di esplorare il futuro, creare sinergie e nuove forme di collaborazione, rispetto al presente.”
L’innovazione, si legge infatti nel nuovo libro “Teoria U, I Fondamentali”, edito da Guerini Next, accade in luoghi. In natura, prima di trasformarsi in farfalla, il bruco ha bisogno del riparo del bozzolo. Proteggere come un bozzolo il processo creativo è un’attività fondamentale; il bozzolo è lo spazio di sostegno necessario all’innovazione profonda.
“Per affrontare le crisi, per poterle riconoscere, dobbiamo prima saper dedicare del tempo di qualità, per imparare a sentire cosa accade attorno a noi”, sottolinea l’ideatore della Teoria U, il metodo che parte dalla consapevolezza individuale per arrivare al cambiamento sociale, che permette di percorrere un viaggio profondo a coloro che vogliono trasformare la propria organizzazione in termini di leadership, processi di lavoro, approccio al mercato e cultura.
Esiste un punto cieco nella leadership, nel management, nel cambiamento sociale, che si applica anche alla nostra esperienza quotidiana. Questo è ciò che si legge infatti nel libro “Teoria U, i fondamentali”, che Scharmer e Guerini Next presenteranno il 19 giugno a Milano. Riguarda il luogo interiore, la sorgente, da cui operiamo quando agiamo, comunichiamo, percepiamo o pensiamo. Riusciamo a vedere cosa facciamo (i risultati), riusciamo a vedere come lo facciamo (il processo), ma normalmente non siamo consapevoli del chi: del luogo interiore o della sorgente da cui operiamo.
“Quando sentiamo che qualcosa manca, – mette in evidenza Scharmer – ma non sappiamo cos’è. Quando non capiamo qual è la soluzione, né tantomeno riusciamo ad individuare il problema. Quando ci troviamo di fronte a complessità emergenti, mai esistite prima, significa che siamo di fronte ad un problema non lineare che ridefinisce il panorama e i contorni della società. Questo vuol dire che il passato non potrà mai essere un buon predittore del futuro e di certo la sfida non potrà essere affrontata come una situazione “business as usual”. Per questo è importante creare partnership con chi è in grado di osservare la medesima crisi da una prospettiva differente, che possa introdurre nuovi ingredienti per lo sviluppo di una nuova strategia.”
Ed è proprio questo uno dei propositi che avrà l’incontro organizzato da Ecornaturasì e Peoplerise, con la comunità italiana di U.lab. Appuntamento quindi a Milano il 19 giugno per fare un passo nel futuro!
Per maggiori informazioni www.cominciamo.org