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leadership sbagliate: non si può non parlarne

Ho pubblicato da poco un post sul tema Big Quit ed ecco delle nuove perle di leadership sbagliate emergere da un articolo di Senzafiltro.

Un esempio tra tutti:

 

“tu sei una stronza, in questa azienda non è contemplata la malattia, se stai male ti ficchi una supposta di tachipirina mille su per il c**o e vieni a lavorare altrimenti quella è la porta.”

 

E parliamone di questo tipo di leadership! Non limitiamoci alle sole leadership auspicate.

 

Riflessioni sulle leadership sbagliate

 

Interessante questo incessante susseguirsi di notizie di leadership sbagliate, perché sono pezzi di realtà da analizzare e sui quali riflettere per immaginare e sperimentare azioni nuove.

 

Non me ne vogliano i bravi leader, ma le leadership sbagliate si annidano anche in ogni buona leadership. Magari in modo meno eclatante, ma comunque in grado di perturbare i processi della leadership che, come sappiamo, sono sensibili e sottili.

 

La frase l’ho estrapolata tra le tante analoghe che ho letto nell’articolo e mi ha colpito per diversi motivi. Per il fatto che:

  • simili situazioni estreme nel 2021 esistono
  • sono la punta di un iceberg con alla base situazioni meno clamorose, ma altrettanto tossiche
  • la funzione HR in questa specifica situazione è stata ancillare al potente feudatario
  • c’è così tanto dolore inutile nelle organizzazioni.

 

Non essere umani ma forza lavoro

 

Anni e anni di teorie organizzative meccanicistiche e parcellizzanti hanno ridotto l’essere umano a mera forza lavoro, risorsa, meccanismo con modalità di “manovra” ahimè coerenti. Capi cacciatori di differenze, nemici dell’iniziativa individuale che non sia come la vogliono loro, quindi inclusivi solo per similitudine. Capi intolleranti e violenti. Capi disumani.

 

Vi sono molti luoghi comuni che ci anestetizzano rispetto questi intollerabili accadimenti. Ad esempio, non si batte ciglio se le persone scelgono le aziende e poi se ne vanno per colpa dei capi. Oppure si ritiene che troppa democrazia rovini le organizzazioni e che serva il pugno di ferro, o ci si lamenta che si comprino delle braccia e purtroppo queste arrivino in azienda anche con una testa.

 

Potremmo scrivere libri pieni zeppi di questi “mattoncini culturali”.

 

leadership sbagliate

Foto di Andrea Piacquadio da Pexels

 

Come far evolvere questa questione culturale

 

Pensando ad un responsabile apicale che apostrofa in modo così volgare ed indecente una propria collaboratrice, mi fa sperare che le organizzazioni datoriali e dei lavoratori possano sempre più unirsi in una campagna di profonda sensibilizzazione sul tema, inserendo norme e sanzioni esemplari. Per me un responsabile che arriva ad una frase come quella riportata e ne fa il suo abito comportamentale, va sollevato dall’incarico e deve anche essere giudicato penalmente.

 

Ma non basterebbe comunque!
C’è una questione culturale che se non viene affrontata non consentirà una eradicazione di tali comportamenti.

 

Mi viene in aiuto un passaggio di questa versione del lungometraggio Human (link)  (chi non l’avesse già visto, lo dovrebbe vedere almeno una volta!). Al minuto 5 appare un uomo, è un condannato a morte che parla d’amore. O almeno di cosa fosse per lui l’amore prima che incontrasse Agnes, mamma e nonna della donna e della bambina che lui ha ucciso.

 

Sono minuti struggenti che raggiungono il cuore, quando egli racconta che ha sempre creduto che l’amore fosse violenza e sopruso. Infatti, da bambino, il suo patrigno lo picchiava a sangue con le grucce elettriche dicendogli: fa più male a me che a te, ma lo faccio perché ti voglio bene! Egli fin da allora ha fatto lo stesso, ha creduto che amare fosse far male, ha misurato l’amore in proporzione al dolore che l’altro sopportava. Ha picchiato fino ad uccidere, perché quello era l’amore che lui conosceva. Solo Agnes gli ha permesso, perdonando e comprendendo il profondo errore che albergava in lui, di capire cosa fosse amare.

 

È così che la radice delle “leadership sbagliate” va eradicata: si tratta di gravi abitudini sedimentate che coinvolgono la storia di quell’organizzazione, i suoi shareholder , il CEO, gli HR e i colleghi.

 

Con le leaderhip sbagliate servono amore e fermezza

 

Amore per disegnare un percorso che faccia comprendere assieme quali sono le convinzioni sedimentate, distorcenti e nascoste alla base di tali atteggiamenti.

 

Fermezza perché non possiamo più sorridere etichettando bonariamente queste leadership sbagliate con un semplice: “lo conosciamo, è fatto così ma è fedele all’azienda e ha sempre portato risultato”.

 

Leadership così sono tossiche, screditano tutta l’intenzione ad essere sostenibili ed inclusivi e di fare un salto evolutivo. E poi fanno un male terribile alle persone!

 

La mia esperienza lavorativa

 

Ho fatto HR a lungo nella mia vita e di capi di questo tipo ne ho incontrati alcuni anche io, purtroppo. Ciò che non mi inorgoglisce è che li ho accompagnati alla porta, il più delle volte quando hanno fatto dell’altro:

  • danni al patrimonio aziendale
  • risultati insoddisfacenti.

 

Come se i danni al patrimonio umano non dovessero essere contemplati con la medesima gravità da parte dei CEO e degli HR. Anche che se quest’ultimi su queste decisioni spesso non hanno tutte le leve.

 

Concludendo credo che serva dotare tutti i collaboratori della strumentazione adatta ad affrontare questo cambio di prospettiva. Serve supporto per attivare azioni diffuse per una leadership gentile ed una comunicazione non violenta.

 

Sono convinto che le aziende liberate da atteggiamenti di guida anacronistici e dotate degli approcci, delle pratiche e della strumentazione adatta, possano esprimere molto molto meglio tutto il proprio potenziale!

 

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