Quando faccio qualcosa per la prima volta, come faccio ad essere efficiente? L’efficienza si raggiunge con la ripetizione del gesto e quindi con il miglioramento continuo del gesto, come sanno gli atleti, i musicisti…
Si parla di innovazione e nessuno dice che l’innovazione non è detto che sia collegata all’efficienza. Perché nell’innovazione vai per tentativi ed errori. _C. Saurin
Da trovatori a ricercatori: oltre l’efficienza
Nell’era attuale, caratterizzata da rapidi cambiamenti e sfide complesse, le aziende sono chiamate a riconsiderare il loro approccio all’efficienza, per poter essere più flessibili nel favorire l’innovazione e la creatività.
Claudio Saurin, ospite di “Let’s peoplerise with…”, in dialogo con Antonio di Stefano e Ilaria Buccioni, si focalizza sulla relazione tra efficienza ed efficacia. Secondo la sua visione, infatti, esistono delle condizioni specifiche entro le quali è possibile agire perseguendo l’efficienza e alcune situazioni in cui è necessario agire in un’ottica di efficacia.
L’efficienza è perseguibile nel caso in cui l’organizzazione abbia gli strumenti per ripetere molte volte lo stesso processo. Solo attraverso la standardizzazione e la ripetizione delle azioni si possono sviluppare processi efficienti per l’azienda.
Spesso l’efficienza, nella narrazione comune, risulta però essere l’unico elemento preso in considerazione per la valutazione di un buon processo organizzativo. Ha senso che sia così? Quali sono i casi in cui non si deve guardare solo all’efficienza? In tutti quei processi che mirano all’innovazione, che sia tecnologica o sociale, l’efficienza non è perseguibile perché è necessario agire con un processo di prove ed errori attraverso logiche creative.
È in questo senso che le persone quando perseguono processi di innovazione, hanno la necessità di sviluppare capacità da reali ricercatori del nuovo, mettendo in secondo piano le preziose abilità da trovatori di qualcosa di già dato, guardando all’efficacia delle innovazioni create.
Dal dualismo alla sinergia tra efficienza ed efficacia
In questo senso l’approccio agile apporta degli ottimi punti di riferimento metodologici per l’avanzamento per prove ed errore nei contesti organizzativi innovativi. Questa metodologia permette di vivere il senso di incertezza con una certa consapevolezza.
Questo culto dell’incertezza e dell’imperfetto potrebbe aiutare tantissimo a diventare ambivalenti, a diventare destri e sinistri._A. Di Stefano
Un elemento estremamente interessante è il concetto di complementarietà fra la metodologia agile e quella lean. Queste due metodologie spesso sono osservate come mutualmente escludenti l’una con l’altra. Claudio Saurin, invece, evidenzia una relazione interessante fra loro. In questo caso è utile farsi aiutare da una metafora chiara ed esplicativa: che differenza c’è tra la Formula 1 e la Paris-Dakar?
Ogni gara di Formula 1 è progettata nei minimi dettagli, gli autisti studiano in modo minuzioso il percorso, i meccanici conoscono alla perfezione ogni componente dell’auto, così da rendere tutta la gara estremamente efficiente.
Nella Paris-Dakar gli autisti conoscono il punto di partenza e il punto di arrivo del percorso e devono sviluppare una strategia creativa per percorrerlo nel minor tempo possibile. Questa prima differenza sottolinea i diversi mindset richiesti nei due tipi di gare.
Un altro elemento fondamentale da tenere in considerazione è il mezzo con cui si percorre la competizione. In questo senso, è importante comprendere quali sono i limiti e i punti di forza dei due approcci, integrarli con minuziosa attenzione e tenendo in considerazione le differenti logiche sottostanti.
Questa differenza viene sottolineata in modo chiaro dall’autore di “Drive“, Daniel Pink, che differenzia due tipologie di lavori: i lavori creativi e lavori algoritmici. Questi ultimi, tra l’altro, rischieranno sempre più di essere via via condotti per lo più da macchine o sostituiti con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, che sono strumenti che garantiscono efficienza massima. È proprio per questo motivo che si evidenzia l’importanza di sviluppare la capacità di ricercare nell’incertezza.
In che modo è possibile attivare una trasformazione agile?
Per agire in modo agile è necessario, oltre alla pratica, anche lavorare a livello culturale per una trasformazione integrata. Per questo motivo ci sono due condizioni di base che sostengono il processo di trasformazione:
- Da costo a investimenti pre-produzione: è necessario che si alimenti un punto di vista diverso da quello che considera la ricerca come un mero costo organizzativo. In questo senso, osservando i processi di ricerca e innovazione come processi di investimento pre-produttivo, questi verranno slegati dal dualismo costo o fatturazione.
- Middle management come facilitatore dell’ implementazione: la trasformazione agile non può essere attivata esclusivamente con una logica bottom-up. Nella trasformazione è importante coinvolgere tutte le persone che alimentano le logiche organizzative. Tuttavia, nella sua fase pionieristica, è necessaria la sponsorizzazione da parte di almeno qualche persona appartenente al top management, con una partecipazione forte del middle management, che ne faciliti la diffusione dei principi.